I SONETTI DI GIUSEPPE GIOACHINO BELLI

783 (780). LI DISCORZI

Li discorzi sò ccome le scerase,
Che ne pijji una e tte viè appresso er piatto.
Accusì li discorzi: uno è l'abbase
D'un antro, e un fatto t'arichiama un fatto.

Parlàmio de li frati der Riscatto:
Cuesto portò a l'editto su le case:
Sto discorzo annò ar zorcio: questo ar gatto:
Questo ar Governo, e ssempre ppiù sse spase.

Dar Governo passassimo ar zomaro:
Da questo ar Cardinale, e all'ombrellino
Rosso che ttiè ppe mmostra e ppe rripparo.

Dar rosso s'annò ar bianco: e 'r fornarino
Disse ch'er Papa bbianco è un mulinaro
Che ccerca de tirà ll'acqua ar mulino.

Roma, 18 gennaio 1833

Testo ipertestualizzato completo di liste e concordanze delle parole

La numerazione dei sonetti è quella seguita da Roberto Vighi
(Giuseppe Gioachino Belli Poesie Romanesche - Libreria dello Stato 1988-1993).
La numerazione tra parentesi fa riferimento all'edizione Vigolo