615 (617). LE LINGUE DER MONNO
Sempre ho ssentito a ddì cche li paesi
Hanno oggnuno una lingua indifferente,
Che dda sciuchi l'impareno a l'ammente,
E la parleno poi per èsse intesi.
Sta lingua che ddich'io l'hanno uguarmente
Turchi, Spaggnoli, Moscoviti, Ingresi,
Burrini, Ricciaroli, Marinesi,
E Ffrascatani, e ttutte l'antre ggente.
Ma nnun c'è llingua come la romana
Pe ddì una cosa co ttanto divario,
Che ppare un magazzino de dogana.
Per essempio noi dimo ar cacatore,
Commido, stanziolino, nescessario,
Logo, ggesso, ladrina e mmonziggnore.
Roma, 16 dicembre 1832 Der medemo
Testo
ipertestualizzato completo di liste e concordanze delle parole
La numerazione dei sonetti è quella seguita da Roberto Vighi
(Giuseppe Gioachino Belli Poesie Romanesche - Libreria dello Stato
1988-1993).
La numerazione tra parentesi fa riferimento all'edizione Vigolo