I SONETTI DI GIUSEPPE GIOACHINO BELLI

1861 (1826). CHI FA, ARISCÉVE

Saulle dunque, in nome der Ziggnore,
Scannò inzino le crape e le vitelle;
Ma, o ffussi pe avarizzia o ppe bbon core,
Prese er re Agaggo e jje sarvò la pelle.

E ecchete er profeta Samuelle
Che lo chiama idolatro e ttraditore,
E jj'intìma ch'er reggno d'Isdraelle
Passerà a un zu' viscino ppiù mmijjore.

Poi disce: "Indov'è er Re, cche ttu ssarvassi?"
E 'r poverello je se fesce avanti,
Tremanno peggio de li porchi grassi.

Allora Samuelle, a ddenti stretti,
Je disse: "Mori;" e in faccia a ttutti quanti
Arzò un marraccio e lo tajjò a pezzetti.

29 ottobre 1836

Testo ipertestualizzato completo di liste e concordanze delle parole

La numerazione dei sonetti è quella seguita da Roberto Vighi
(Giuseppe Gioachino Belli Poesie Romanesche - Libreria dello Stato 1988-1993).
La numerazione tra parentesi fa riferimento all'edizione Vigolo