I SONETTI DI GIUSEPPE GIOACHINO BELLI

 

1030 [1031]. A PADRON MARCELLO

 

Chi ha ffrabbicato Roma, er Vaticano,

er Campidojjo, er Popolo, er Castello?

Furno Romolo e Rremolo, Marcello,

che ggnisun de li dua era romano.

 

Ma un e ll’antro  volenno esse  soprano

de sto paese novo accusí bbello,

er fratello nimmico der fratello

vennero a ppatti cor cortello in mano.

 

Le cortellate aggnédero  a le stelle;

e Rroma addiventò ddar primo ggiorno

com’è oggi, una Torre-de-Bbabbelle.

 

De li sfrizzoli  oggnuno ebbe li sui:

e Rroma, quelli dua la liticorno,

ma vvenne er Papa e sse la prese lui.

 

27 novembre 1833

Testo ipertestualizzato completo di liste e concordanze delle parole

La numerazione dei sonetti è quella seguita da Roberto Vighi
(Giuseppe Gioachino Belli Poesie Romanesche - Libreria dello Stato 1988-1993).
La numerazione tra parentesi fa riferimento all'edizione Vigolo